La crisi ambientale nell’era Antropocene

L’emergenza ambientale è un’opportunità per sciogliere i nodi più insidiosi dell’Antropocene. Come spegnere i driver nevralgici che alimentano le crisi che si profilano all’orizzonte? La corretta identificazione dei driver è messa in pericolo dalla fretta e dall’urgenza. Come fare affinché la transizione sia radicale, etica, pacifica e creativa?

Il disegno circolare rivela inaspettate geografie di salute, intelligenza e abbondanza, che svelano competenze innate e alla portata di tutti, utili per generare radici, visioni, e soluzioni vibranti e innovative per comunità ed economie incentrate sulla cura delle creature e dell’ecosistema.

I driver della crisi: il paradigma lineare

I driver nevralgici che alimentano inquinamento e ineguaglianza possono essere identificati nell’attuale visione del mondo, la quale si basa su un paradigma lineare, il quale ha come nocciolo la divisione.

Il pensiero lineare non ha portato solo problemi, ma ci ha regalato anche creature straordinarie. Sua è l’invenzione della scrittura, per accumulare e dividere il raccolto in Mesopotamia; e il metodo scientifico, con la separazione del soggetto dall’oggetto.

Altre sono più ambigue, come la ricca proliferazione di beni, grazie alla divisione del lavoro e quella alla base della competizione capitalista; e hanno causato grande sofferenza, come il sistema binario di genere.

Nella psiche umana, il pensiero lineare ha generato un bias mentale, cioè un errore di ragionamento, di scarsità e isolamento.

In special modo, il pensiero lineare ha provocato la frattura Io/natura e mente/corpo.

Il limite del pensiero lineare è che, in cuor suo, si crede solo. La sua forza è che non lo è.

La scienza, proprio lei, ora lo invita a reintegrarsi in un’ottica ciclica, al fine di rigenerare e valorizzare le sue competenze specifiche, e ricomporre la frattura che ha dato inizio alla dilapidazione delle risorse naturali e alla solitudine esistenziale.

Il disegno circolare

Il disegno circolare è alla base di ogni processo in natura. Può essere definito come un concerto di istruzioni, uno spartito, una matrice che dà forma a un circuito o ciclo vibrante, vivo, con ordine, funzione, significato e valore.

Nulla è davvero lineare o separato, tutto è ciclico ed interconnesso. Il disegno circolare è alla base di: ciclo ormonale maschile e femminile, respiro, sonno, riproduzione, digestione, le funzioni cognitive ed emotive, e si può dire che pervada il pianeta, attraverso ogni creatura, per esempio lo scambio di respiro tra piante e animali, le collaborazioni tra funghi e radici, o i fiumi volanti che dal Sahara nutrono l’Amazzonia.

Questi circuiti sono innati in ogni creatura, predisposti alla sua fioritura, e giocano in squadra con l’ecosistema. Essi sono generativi di ingegno e salute, per natura. Si possono intuire, riconoscere, cavalcare, usare come mappa e cartina al tornasole. Quando rispettati e protetti portano naturalmente salute e creatività, e un blueprint per co-(l)laborare con le formule predisposte da natura stessa.

Ignorare come funzioniamo, in altre parole, ostacolare o deviare il flusso dei cicli naturali crea frizione. Inoltre, ignorare le interconnessioni tra noi e natura toglie l’incentivo maggiore contro l’inquinamento: noi siamo natura; come se il pianeta fosse un corpo, e noi parte di esso.

Rispettare i cicli sprigiona energia vitale e creativa, ed essi possono essere utilizzati per:

  • favorire una transizione ecologica basata su autentica intelligenza e sensibilità ecosistemica, perché sanano profondamente la frattura mente-corpo e io-natura.
  • identificare e lenire i danni nevralgici dell’Antropocene, per risposte informate e mirate.
  • esplorare dinamiche cicliche nelle espressioni della cultura umana per intuire nuove geografie di pensiero e percezioni della realtà che generino soluzioni efficaci e intuitive.
  • “surfare” l’aspetto qualitativo del tempo.

 

Il disegno circolare e alcune delle sue applicazioni nella società

Cibo e salute

Permette di osservare la catena di produzione e consumo di cibo, dal campo alla macroeconomia, passando per il nutrimento del corpo, in ottica rigenerativa degli ecosistemi in relazione tra loro. Stimola riflessioni su qualità e quantità, valore e prezzo. Riporta al tavolo dei negoziati questioni strategiche che riguardano l’etica dei processi e la ricchezza multidimensionale dei risultati.

Oltre l’economia circolare dei servizi e dei prodotti

La matrice del disegno circolare permette di leggere e interpretare le espressioni economiche attraverso la lente del ritmo di quattro fasi. Da diversi secoli ha preso il sopravvento l’importanza, poi sfociata in ossessione, per crescita (fase 2 della matrice) e risultati a breve termine (fase 3 della matrice) a discapito di tutto il resto del ciclo.

Le fasi 2 e 3 – nella fisiologia umana – sono anche strettamente collegate a: immagine, forma, numeri, velocità, tecnologia, cortisolo, tensione, razionalità, illuminazione, trascendenza. È interessante notare come i disturbi o distorsioni più comuni dell’era Antropocene combacino spesso con l’eccesso di fase 2 e 3: dall’avere troppo estrogeno per le donne, all’asma, all’insonnia, all’infiammazione cronica, allo scientismo, alla iper-specializzazione, al ridurre la coscienza ad un meccanismo binario, ecc.

Come risultato, il “suolo” (fase1) si impoverisce, perché l’accumulo della crescita (fase 2) non porta a creazione di valore e consapevolezza attraverso la cernita, che, va da sé, comporta il sacrificio (fase 4) e successivamente a visioni migliorate e informate (successiva fase 1 del ciclo che segue); la crescita è fine a sé stessa, e si fissa sui risultati tangibili a breve termine (fase 3). L’eterno ritorno caratteristico dei cicli è sempre presente, ma in continua tensione tra fase 2 e 3 – crescita e risultato immediato.

Come integrare le quattro fasi nella nostra coscienza, e nelle politiche sociali, economiche e aziendali è la sfida del presente.

Architettura degli spazi e del tempo

L’agenda di vita e di lavoro, i trasporti, l’ambiente di lavoro e la città influiscono profondamente sui cicli fisiologici. Come organizziamo la giornata, la settimana, il mese e l’anno può incidere profondamente sulla nostra salute, migliorandola dall’interno, e tagliare drasticamente l’impatto ambientale.

Per le aziende

La creatività e la produttività aziendale e imprenditoriale dipendono dalla qualità e non dalla quantità del tempo che mettiamo nel lavoro. Il benessere aziendale, intesa sia come ecosistema, attore economico e il benessere dei singoli, passa attraverso la cronobiologia, ovvero lo studio e l’applicazione degli orologi fisiologici, e delle fasi della vita. Cruciale è poi il ruolo degli ormoni nel processo creativo.

Per la fioritura personale

Le insidie del pensiero lineare si manifestano anche nella ricerca dell’illuminazione a discapito, in un modo o nell’altro, delle tenebre, del corpo, della materia o della morte. Anche chi dice “dobbiamo integrare la nostra ombra” spesso offre una comprensione molto parziale di cosa sia “l’ombra”. A loro sembra qualcosa di brutto, o doloroso, ma necessario. Il disegno circolare ci insegna che non c’è “bene” intrinseco nella luce e non c’è “male” intrinseco nell’oscurità. Se imparare dalla natura dobbiamo, sarà interessante affrontare il discorso di quanto sia sterile, nel vero senso della parola, concentrare tutte le proprie energie su un obiettivo finale che comprenda solo una polarità.

Per l’etica e il consumo consapevole

Il disegno circolare ridefinisce i contorni della creazione ed estrazione di valore, ma anche dello stile di vita, dei valori da salvaguardare, la responsabilità individuale e collettiva, i modelli di consumo, i bias di genere, l’intelligenza artificiale.

 

 “Il sonno della ragione genera mostri” ma anche una ragione che non si ferma mai – Studio Medulla