Il cambiamento climatico non è un’opinione

Il nuovo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici è chiaro: siamo di fronte a una vera e propria catastrofe e il nostro tempo per agire è finito.

Abbiamo 12 anni per limitare la catastrofe del cambiamento climatico (non possiamo più evitarla, troppo tardi) e sono necessari cambiamenti urgenti per ridurre il rischio di caldo estremo, siccità, inondazioni e povertà.

Il rapporto si basa su oltre 6.000 studi scientifici, compilati da oltre 80 dei migliori scienziati del clima provenienti da quasi 40 Paesi, e valuta più di 40.000 commenti scientifici peer-reviewed, secondo Christiana Figueres su The Guardian “un solido ed eccezionale esempio di cooperazione internazionale, e straordinaria fonte di intelligenza condivisa”.

L’immaginazione, l’etica e il pensiero trasformativo sono cruciali

L’impegno degli scienziati sul cambiamento climatico è forse l’esempio più robusto di ciò che distingue veramente gli esseri umani dagli altri animali: la capacità di immaginare e comunicare concetti astratti e di basare su di essi una grande cooperazione.

Nessun’altra specie può cooperare su così vasta scala (libri suggeriti: Sapiens e Homo Deus, del Prof. Y.N. Harari). Questo non vuol dire che il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale siano astratti – sono alquanto reali e concreti in questo caso.

Cosa facciamo adesso? Ciò di cui abbiamo bisogno è una mente calma, coraggio (il che significa avere cuore) e una forte concentrazione; compassione e giudizio etico; creatività e pensiero trasformativo.

Il sonno è il modo in cui sviluppiamo le capacità di cui abbiamo bisogno per limitare il cambiamento climatico

Suggerirei una priorità che, sono fiduciosa, ci fornirebbe gli strumenti necessari per affrontare i tempi difficili che ci attendono: dormire di più, 9 ore di sonno, obbligatorio, ogni notte, senza eccezioni, senza scorciatoie, senza scuse, soprattutto coloro che sono al potere.

Il sonno ha il ruolo più cruciale nel renderci intelligenti. Il sonno è anche la fonte del pensiero trasformativo, della creatività e del comportamento etico. Il sonno ci dà una mente calma, un’acuta concentrazione e un approccio compassionevole (Fonte: Perché dormiamo. La nuova scienza del sonno e dei sogni, del Prof. Matthew Walker).

 

La ciclicità è la via per la rigenerazione e il risanamento dei nostri modelli e dell’ambiente

I cicli naturali sono la chiave della nostra salvezza e della nostra evoluzione. I cicli naturali hanno molte forme, ma un unico schema o matrice, secondo la nostra ricerca. Sono radicati nel nostro corpo e nella nostra mente (ad esempio la Design Thinking Theory – stesso schema) e li condividiamo con l’intero ecosistema e, secondo Sir Roger Penrose dell’Università di Oxford, anche con l’universo.

Questo fiorente modello di vita è ciò che fa sbocciare i fiori attraverso le crepe di cemento, le foreste conquistare la terra arida: la natura prevale sempre. Abbiamo cercato di padroneggiarla. Ci siamo separati da essa circa 12.000 anni fa. Ora è giunto il momento di riappropriarci della verità che siamo la natura; abbracciarla, imitarla, rispettarla, non conquistarla.

Siamo esseri ciclici in un ecosistema ciclico, che cercano (e non riescono) a prosperare su modelli lineari.

Il sonno, gli ormoni, il battito cardiaco, la digestione, gli emisferi cerebrali, i cicli mestruali, per citarne solo alcuni, condividono tutti lo stesso schema – e lo condividono con le stagioni, il satellite della Terra, la linfa delle piante e molti altri cicli. Non abbiamo bisogno di reinventare la ruota, o addirittura di andare molto lontano da chi siamo già: esseri ciclici iperconnessi a un ecosistema ciclico.

Abbiamo padroneggiato la crescita. Siamo andati così lontano che abbiamo effettivamente girato l’angolo. Abbiamo trasformato la crescita economica in distruzione del nostro ambiente nutriente. Questa è una distorsione, ovviamente. La natura non sarà però distrutta da questa distorsione. Essa prevarrà. Non sono così sicuro di me e di te, però.

Il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale sono il risultato di questa distorsione.

La natura ci insegna che dopo la crescita arriva la decrescita, e che sono necessarie due pause intermedie. È così che troveremo le soluzioni che, spero, ci permetteranno di prosperare su questo pianeta. Non prosperare in termini di conquista della Luna, dell’atomo o di un ampio guardaroba e pomodori a dicembre. Fiorente significa fluire senza attriti. Prosperare, quindi, significa anche morire. Comprendere il ciclo in definitiva significa capire e accettare che la morte non esiste, non nel modo in cui la pensiamo oggi.

Ripensare il concetto “la morte fa parte della vita”: tralasciare quella rassegnazione agrodolce, abbandonare quel persistente desiderio di immortalità, e cercare di cogliere l’idea che grazie alla morte nasce la vita. Non si può amare veramente la vita se non si ama la morte. Riesci a vederlo?

Non ci riesci? Prova a dormirci sopra.